da Lospiffero.com
l quartiere torinese di Porta Palazzo non riesce a liberarsi della sua cattiva reputazione. San Salvario, considerato un tempo “primo luogo d’approdo degli immigrati”, “teatro di povertà e malaffare” e “dormitorio all’aperto”, è diventato invece un modello di integrazione, scriveLa Stampa. Secondo il quotidiano torinese “gli interventi di riqualificazione e l’impegno dei residenti, motivati da un forte senso di appartenenza ” hanno trasformato il quartiere. Oggi “gli immigrati lavorano a San Salvario, ma sono sempre meno quelli che ci vivono: i prezzi degli immobili e gli affitti sono cresciuti di pari passo con il fascino del quartiere che oggi attrae giovani professionisti, artisti, artigiani, imprenditori della ristorazione e del divertimento.” Resta solo da abbattere la tendenza a specializzarsi in determinati settori a seconda della nazionalità, continua la Stampa: “i romeni l’edilizia, gli egiziani la ristorazione, i peruviani l’assistenza alle persone.
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